Non ci stanno i piloti. Non solo Max Verstappen, tagliente oltre ogni limite nei confronti della FIA negli ultimi tempi, e Charles Leclerc, ma l’intero gruppo di Formula 1. Tramite la Grand Prix Drivers Association (GPDA), una specie di sindacato che rappresenta i piloti e gli ex piloti di Formula 1, è stata infatti pubblicata una dura nota nei confronti di Mohammed Ben Sulayem, il presidente della FIA.
Cosa è successo
Al centro della polemica la condanna ai lavori socialmente utili inflitta dalla FIA a Max Verstappen a settembre per aver definito «fo**uta» la sua auto. Altro giro, altra condanna – questa volta pecuniaria – nei confronti di Charles Leclerc per aver detto «È stato un po’ tipo: ca**o!» durante il racconto di un momento difficile durante il Gran Premio del Messico.
La replica della GPDA
«Riguardo alle parolacce, c’è una differenza tra dirle per insultare qualcuno e invece un’imprecazione più distratta che potresti usare per descrivere il brutto tempo o un oggetto inanimato come una macchina di Formula 1». Questa la visione della GPDA, che ascrive nell’ultima categoria le espressioni di Verstappen e Leclerc sanzionate dalla FIA.
Il vero obiettivo
Dietro la questione delle parolacce potrebbe però nascondersi ben altro, ossia la volontà di chiedere conto a Ben Sulayem del recente atteggiamento tenuto dal numero uno della FIA nei confronti dei vari piloti di Formula 1. «Chiediamo al presidente di considerare il suo tono e il suo linguaggio quando parla ai piloti dell’associazione. Siamo adulti, non abbiamo bisogno di essere educati e istruiti, attraverso i media, su faccende frivole come indossare gioielli o mutande» prosegue la GPDA, che poi chiude anche sull’ennesima richiesta di trasparenza. «Negli ultimi tre anni, abbiamo chiesto al presidente della FIA di condividere i dettagli e la strategia su come vengono decise le multe e come vengono spesi i soldi». Domande che, finora, non hanno ottenuto risposte.