MotoGP, dalle minimoto al titolo di campione del mondo: la storia di Jorge Martin
Chissà se papà Angel sapeva che in quel 29 gennaio del 1998 era nata una stella. Di certo, del talento di Jorge Martin se ne sono accorti tutti presto, già quando ad appena sei anni il neo campione del mondo di MotoGP iniziò la sua avventura sulle minimoto. Le prime gare arrivarono solo nel 2006, ma due anni dopo la pesante crisi economica rischia di mettere un freno alla carriera dello spagnolo: «È stato un periodo difficile: mio padre lavorava nell’industria finanziaria, mia madre vendeva cucine e purtroppo entrambi hanno perso il loro lavoro». Ma la svolta era dietro l’angolo.
L’occasione di una vita
Nel 2011 Jorge Martin viene invitato a prendere parte a una selezione per la Red Bull MotoGP Rookies Cup, un campionato che permette alle famiglie di abbattere i costi e che offre al vincitore sussidi economici importanti per entrare nel motomondiale. Scelto insieme ad altri undici ragazzi, debutta nel 2012, poi arriva secondo nel 2013 e quindi vince nel 2014.
L’esordio… con Bagnaia
Nel 2015 Jorge Martin viene ingaggiato dal Mapfre Team Mahindra. Dove trova come compagno di squadra, come fosse la più classica delle storie, proprio Pecco Bagnaia. I due diventano amici inseparabili anche fuori dalle piste, ma la moto non è particolarmente competitiva e i risultati sono deludenti nella prima stagione. L’italiano fa meglio, così come nel 2016. Ma l’esperienza aiuta entrambi.
La svolta e la consacrazione
Nel 2017 Fausto Gresini punta su Jorge Martin e lo ingaggia nel team Del Conca, ancora in Moto3. La musica cambia: otto podi e, soprattutto, la prima vittoria a Valencia, per il quarto posto finale in campionato con ben nove pole. L’anno seguente è quello della consacrazione. Lo spagnolo vince sette gare, più altri tre podi e undici pole: per la prima volta, Jorge Martin è campione del mondo. Nello stesso giorno, Bagnaia vince il suo primo titolo in Moto2.
La Moto2
L’anno seguente, il 2019, sale in Moto2, con Bagnaia promosso intanto in MotoGP, in sella alla ktm del team Amo Motorsport. L’ambientamento non è semplice, i primi podi arrivano solo nel finale di stagione. Ma il secondo anno è quello giusto: in Austria centra la prima vittoria in carriera in Moto2, bissa poi Valencia convincendo abbastanza per fare il grande salto.
La MotoGP, il sogno e il grande incubo
Nel 2021 infatti Jorge Martin sale in MotoGP con il team Ducati Pramac. L’impatto è subito convincente: pole e terzo posto al secondo Gran Premio in carriera in classe regina. Poi, però, l’evento che può cambiare una carriera. In Portogallo Martin è protagonista di una caduta nelle FP3 che lo porta a rimediare sette fratture e tre interventi chirurgici. «È stata l’unica volta in cui ho pensato di lasciare» svela più tardi lo spagnolo.
Il ritorno e il primo assolo
Dopo quattro gare, Martin torna a Barcellona. Altri due Gran Premi ancora e poi il terzo, il primo dei due in Austria, vale la prima vittoria in MotoGP partendo dalla pole. Nono in campionato alla fine della stagione, viene premiato come Rookie dell’anno.
Il primo sogno Ducati ufficiale
Nell’anno seguente Martin vive una stagione di alti e bassi, migliorando leggermente il bottino di punti ma chiudendo ancora al nono posto mondiale, questa volta senza vittorie e senza riuscire a vincere la corsa alla Ducati ufficiale: ad avere la meglio per affiancare Bagnaia dall’anno successivo è infatti Bastianini.
Le Sprint e il primo atto con Bagnaia
Nella stagione 2023 l’introduzione delle Sprint Race in ogni Gran Premio aiuta Jorge Martin, che si rivela il primo rivale di Bagnaia per la corsa al titolo di MotoGP. Si aggiudica la Sprint in Francia, poi fa doppietta in Germania, a Misano e in Giappone. Con la vittoria della Sprint nel successivo Gran Premio d’Indonesia si ritrova leader del Mondiale per una notte, prima di cadere poi in gara lunga e cedere il passo a Bagnaia. La doppietta in Malesia e la vittoria della Sprint in Qatar lo riportano a -7 dall’italiano, prima di un’altra domenica infernale che lo riporta a -21 all’ultima gara della stagione. Martin vince l’ultima Sprint e si porta a -14, ma poi nella gara lunga centra in pieno Marc Marquez e finisce a terra, chiudendo il Mondiale al secondo posto ma vincendo comunque con Prima Pramac Racing il campionato mondiale per team.
Apoteosi Martin
Non si lascia abbattere dalla sconfitta però Jorge Martin, che promette: «So che posso battere chiunque e lo dimostrerò». E lo ha fatto, in questa stagione: meno assoli – appena una doppietta – ma sempre tra i primi quattro nelle Sprint o in Gara lunga tranne in due occasioni (quindicesimo a San Marino nella gara lunga, decimo nella Sprint in Indonesia) più i ritiri nelle gare lunghe di Jerez e del Sachsenring e quello nella Sprint del Mugello. E la costanza lo ha premiato, fino a portarlo al titolo di campione del mondo di MotoGP davanti a Bagnaia, protagonista di più assoli ma meno costante all’inizio della stagione e soprattutto con troppi ritiri nelle Sprint.
Il futuro
Prestazioni che non sono bastati a Jorge Martin per convincere Ducati ad affidargli la guida di una moto ufficiale. Ad affiancare Bagnaia nella prossima stagione sarà infatti Marc Marquez, promosso dal team Gresini. Quale futuro allora per Martin? Il neo campione del mondo di MotoGP continuerà la sua avventura in Aprilia, sognando magari già dal prossimo anno un complicato ma non impossibile secondo assolo.