MotoGP, è il 2024 ma sembra il 1970: a Barcellona per confermare due record
Pochi giorni al via dell’ultimo atto della stagione di MotoGP 2024. Non si correrà a Valencia, ma a Barcellona per il Gran Premio della Solidarietà, con un titolo piloti ancora da assegnare e tante emozioni da vivere. Salvo sorprese clamorose, però, è già possibile inserire questa stagione all’interno di quelle da record per le case italiane e da incubo per quelle giapponesi. Che vinca Martin o Bagnaia, infatti, cambia poco almeno per due statistiche che reggono dal 1970.
Incubo nipponico
Il primo risultato record porta dritti nel Sol Levante e assume contorni profondamente negativi. Mai, dal 1970 a oggi, le case giapponesi avevano ottenuto zero successi nel corso di una stagione. Fu negativa per esempio anche l’annata 2023, ma in quella stagione Alex Rins riuscì comunque a portare a casa un successo ad Austin con la Honda. Quest’anno, invece, neanche un podio: il miglior risultato ottenuto da una casa giapponese è il sesto posto di Fabio Quartararo in sella alla Yamaha a Sepang. Nel 1970 la situazione era però diversa: Honda si era ritirata, Suzuki e Yamaha ancora non erano in MotoGP e Kawasaki aveva appena iniziato la sua avventura.
Sogno tricolore
Sempre nel 1970 e forse anche come diretta conseguenza vi fu il dominio assoluto della MV Augusta, capace di portare a casa undici gare su undici. In questo 2024 un exploit simile non sarà del tutto ripetibile: Ducati ha vinto 18 gare e 16 Sprint, lasciando però qualcosa agli avversari. L’unica ad approfittarne è stata l’Aprilia, con una diretta conseguenza: se KTM non dovesse riuscire a portare a casa nessun successo a Barcellona, per la prima volta dal 1970 ci sarebbe anche una stagione monopolizzata dalle aziende italiane.