KTM, 3 miliardi di debiti e bancarotta: cosa succede ora in MotoGP?
Arriva una pesantissima notizia a scuotere il mondo della MotoGP. È arrivata infatti la dichiarazione di bancarotta di KTM, colosso austriaco che vanta ben due team nella classe regina del motociclismo. L’istanza di fallimento presentata presso il tribunale regionale di Ried è dovuta all’impossibilità di ripianare i circa 1,8 miliardi di euro dovuti a 2500 creditori, ma non si ferma qui. Le stime infatti parlando di un abito complessivo di circa 3 miliardi di euro, considerando oltre quelli di KTM AG, anche i debiti delle controllate KTM Components GmbH e KTM F&E GmbH.
Le conseguenze nell’immediato
Un dettaglio non da poco, considerando il fatto che i 3623 dipendenti non riceveranno più lo stipendio finora garantito da KTM. Alcuni saranno pagati tramite il fondo di compensazione per l’insolvenza, altri saranno invece licenziati considerando che tra i punti principali del piano di ristrutturazione aziendale c’è la riduzione dei costi per il personale. E per quanto riguarda la MotoGP?
Il prossimo biennio
Salvo sorprese e prossimi sviluppi, per le prossime due stagioni non dovrebbero esserci dubbi in classe regina. Entrambi i team posseduti da KTM in MotoGP, infatti, dovrebbero essere al sicuro per i prossimi due anni grazie agli accordi con gli sponsor e soprattutto alla partnership con la Red Bull. Al sicuro quindi per ora le selle di Pedro Acosta e Brad Binder in un team e di Enea Bastianini e Maverick Vinales nell’atro.
Il futuro
Difficile oggi invece immaginare quello che potrà accadere a partire dalla stagione 2027, quando sono attese novità importanti in tutta la MotoGP. Cambieranno infatti i regolamenti e, di conseguenza, potrebbero cambiare anche le necessità a cui far fronte. Per il momento, il direttore del Motorsport di KTM si è espresso pubblicamente rassicurando tutti. Le parole di Pit Beirer, però, non possono essere considerate risolutive: fondamentale saranno gli sviluppi dei prossimi due anni in cui la scuderia austriaca gareggerà sì ma senza poter fare investimenti importanti.