Calcio

Troppi infortuni? Il dott. Volpi: “Si gioca troppo e ci si allena poco”

Troppe partite alla base dei tanti infortuni di questo periodo? Sì, ma non solo, dietro c'è anche un'altra ragione e a svelarla è il medico dell'Inter
Gleison Bremer (Juventus) viene soccorso dai medici dopo l'infortunio nel match di Champions League contro il Lipsia
Gleison Bremer (Juventus) viene soccorso dai medici dopo l'infortunio nel match di Champions League contro il Lipsia (Getty Images)

I tanti infortuni che hanno caratterizzato questo inizio di stagione sono da giorni motivo di analisi. Tra le cause scatenanti molti esperti hanno individuato il ritmo e il numero di partite ravvicinate che vengono giocate ormai da anni a questa parte e che portato un danneggiamento di alcune parti del corpo più sensibili allo sforzo. Per entrare maggiormente nel dettaglio e comprendere più a fondo la correlazione tra causa e conseguenza è intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io lo sport su Rai Radio 1, il medico dell’Inter responsabile di chirurgia del ginocchio e traumatologia dello sport dell’Istituto clinico Humanitas di Milano, il dottor Piero Volpi:

«L’infortunistica nel calcio è un problema costante e in crescita. Si fa fatica a ridurre e a contenere questi incidenti, ma si gioca troppo e soprattutto ci si allena poco. Tra i problemi principali c’è la densità delle partite. Abbiamo calciatori che giocano tutto l’anno, anche due volte a settimana per lunghi periodi. Ma non è sufficiente dire si gioca troppo. Bisogna dire si gioca troppo e ci si allena poco. Le qualità che deve avere un giocatore come la forza, l’alta velocità e resistenza sono difficili da inserire nel piano di un ciclo settimanale di una squadra di calcio. Si arriva ad avere 240-250 allenamenti nel corso della stagione di cui solo il 25% sono veramente allenanti. E questa è tra le cause prevalenti di infortunio».