Zaniolo: “Firenze è casa. Il mio difetto in campo? Sono troppo fumantino”

“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi è poi ritorno”, canta così Antonello Venditti nel brano “Amici Mai”. Una frase che calza a pennello per raccontare la storia di Nicolò Zaniolo, cresciuto nelle Giovanili della Fiorentina e tornato alla Viola a gennaio in prestito dopo la prima parte di stagione all’Atalanta. Un lungo viaggio che ha attraverso diverse tappe: Virtus Entella, Inter, Roma, Galatasaray (attuale proprietario del cartellino del calciatore) Aston Villa e appunto Atalanta.
Zaniolo sul ritorno alla Fiorentina
In un’intervista a tutto campo rilasciata al canale Youtube della Lega Serie A, Nicolò Zaniolo dichiara: “Mi sto trovando molto bene con mister Palladino, è un bravissimo allenatore e una bravissima persona, ora i risultati non stanno venendo ma il bello del calcio è che ogni domenica c’è la possibilità di riscattarti, speriamo di vincere presto. La Fiorentina sta facendo un grande campionato, le qualità di questo gruppo sono indiscutibili e non vediamo l’ora di dimostrare quello che noi sappiamo. Tornare a Firenze è come quando torni a casa, ho riconosciuto e visto persone che mi hanno fatto crescere, che mi hanno preso quando ero un bambino. Sono tornato qui quando sono maturato, sono rimasto molto impressionato da tutto quello che c’è nella Fiorentina e da chi ci lavora dentro”.
Zaniolo tra ruolo, pregi e difetti
Il classe ’99, poi, spiega: “Quando andai via dalla Fiorentina feci scelte diverse, giuste o sbagliate, ma alla fine sono state scelte. È stata anche la mia fortuna potermene andare per poter crescere sia come persona che come calciatore. Sono molto felice di quello che è stato e di quello che è”. Parlando delle sue caratteristiche tecniche puntualizza: “Posso fare tanti ruoli dal centrocampo in attacco, soprattutto nei tre-quattro ruoli offensivi. Nasco come mezz’ala, poi sono stato spostato in avanti a destra e mi sono trovato molto bene. Il falso centravanti è un ruolo che posso ricoprire ma, come per tutte le cose, c’è bisogno di tempo per imparare i movimenti perché l’attaccante è un ruolo molto complesso, ci devi lavorare tanto in settimana, ed io sono disponibile a farlo. Il mio punto di forza in campo è l’istinto, non sentire tanto la pressione delle partite ed essere in certe situazioni molto più sciolto, mentre per quanto riguarda i difetti sono un po’ troppo fumantino e alle volte eccessivamente istintivo nelle scelte che faccio in campo”.