Roma, popolo pronto a insorgere: domenica possibile contestazione
Prima coccolato, poi messo brutalmente alla porta. Daniele De Rossi da ieri non è più l’allenatore della Roma, con la società giallorossa che ha optato per l’ennesimo forte scossone in un ambiente che negli ultimi mesi sembra aver assunto una piccola deriva sportiva e non solo. Una dirigenza assente, composta da poche figure giudicate dai più incapaci di comprendere le dinamiche basilari della gestione di un club calcistico. Imperdonabile, quasi per tutti, lo scivolone concettuale che è alla base dell’allontanamento di un allenatore al quale era appena stato rinnovato il contratto soltanto qualche mese prima. Poi, un mercato importante ma certamente confusionario, il caso Dybala e rapporti interni sempre più incrinati, che hanno spinto i Friedkin a scegliere il terzo allenatore della loro gestione su spassionato consiglio di Beppe Riso, agente molto vicino alla famiglia americana.
Un Olimpico bollente
Stavolta, però, la piazza non capirà. E anzi, è pronta ad alzare la voce. Già ieri a Trigoria la furia dei tifosi è stata lampante, con varie contestazioni sia alla società che ad alcuni giocatori che, a detta dei più, sarebbero responsabili di questa incapacità di poter lasciare il segno a Roma anche da parte dei tecnici o più blasonati (vedi Mourinho) o più amati (scrivi De Rossi). Domenica arriva l’Udinese e i 60.000 e passa dell’Olimpico saranno tutti con l’ormai ex tecnico, già abbracciato idealmente con cori e fumogeni sotto la sua abitazione. In un clima surreale, tra striscioni e fischi praticamente certi, proverà a iniziare invece il suo percorso Ivan Juric: un uomo con le spalle larghe, condannato a portare risultati per mettere d’accordo un popolo depresso e in totale subbuglio.