Roma e la maledizione del gol dell’ex: tre nelle ultime cinque partite
L’esultanza di Nicolò Zaniolo non è ancora andata giù ai tifosi della Roma. L’esterno, andato via dalla Capitale nell’estate del 2023, dopo esser stato uno dei leader del club giallorosso, nonché eroe nella vittoria in finale contro il Feyenoord della Conference League, nella serata di ieri ha fatto il suo ritorno all’Olimpico a più di un anno di distanza dall’ultima volta. Il suo ingresso in campo all’ora di gioco è stato accolto da una bordata di fischi che hanno lasciato un segno negativo nel cuore del numero 10 dell’Atalanta, un segno che in qualche modo ha sancito la rottura definitiva con il popolo giallorosso. Da questi presupposti nasce l’esultanza. Un’esultanza sfrenata dopo il colpo di testa che ha battuto Svilar, anche a causa di una beffarda deviazione di Gianluca Mancini. Gli occhi sgranati, la maglia che vola via e la sua corsa sotto al settore ospiti con le mani all’orecchio, come a dire – rivolgendosi ai suoi nuovi tifosi – «fatemi sentire voi il vostro affetto».
La delusione diventa rabbia: Zaniolo zittisce i tifosi della Roma
Nella pazza gioia di Zaniolo c’è un velo di amarezza, c’è tanta rabbia a nascondere la delusione per un’accoglienza che forse neanche lui si aspettava, dopo quello che ha passato nella Capitale, dopo aver detto – neanche troppo tempo fa ai microfoni del Corriere dello Sport – che la Roma avrebbe sempre avuto un posto speciale nel suo cuore. Eppure, quest’affetto non è mai stato ripagato dal gennaio del 2023. Quell’addio, forzato da Mourinho e dalla società, ha chiuso una parentesi nel peggior modo possibile. La delusione diventa così rabbia. Il sorriso a fine partita tra i mediocri cori del popolo romanista, sono lo specchio di un ragazzo che la rivincita se l’è presa e come, rispedendo indietro a tutto l’Olimpico la pessima accoglienza al momento del suo ingresso in campo. Ancora una volta far rumore prima si rivela controproducente, soprattutto nei confronti di un ex, soprattutto sapendo come spesso va il calcio.
Zaniolo, un finale già visto
Quella tanto maledetta, quanto affascinante legge dell’ex si rivela ancora una volta una punizione severa, soprattutto nei confronti della Roma. Il gol di Nicolò Zaniolo era scritto nelle stelle, gli astri avevano già preparato un esito come questo. Erano passati 763 giorni dalla sua ultima rete in Serie A, quando il 31 ottobre del 2022 andava a segno contro l’Hellas Verona, indossando proprio la casacca giallorossa. I fischi non hanno fatto altro che spianare la strada a questo epilogo, facendo scattare qualcosa nel classe 1999, quella voglia di rivalsa che si è poi trasformata in realtà. Il giorno del suo ritorno all’Olimpico, con tutto lo stadio contro, Zaniolo avrebbe dovuto ritrovare il gol in Italia contro la sua ex squadra: una storia già letta, almeno centinaia di volte, nella storia del calcio. Una legge che non tramonterà mai e della quale la Roma sta amaramente facendo le spese.
La Roma paga la legge degli ex: prima di Zaniolo, anche Bove e Lukaku
Sapete come si dice, no? Oltre il danno, anche la beffa. Sì, perché non bastano i problemi che in casa Roma stanno fronteggiando, non bastano le difficoltà che l’hanno portata a soli due punti di distanza dalla zona retrocessione. A rendere il tutto più amaro sono anche i suoi ex calciatori. Zaniolo è l’ultimo di una serie di cinque partite – in campionato – che ha visto la squadra giallorossa essere punita da altri due gol dell’ex. Il primo beffardo scherzo del destino è datato 27 ottobre, quando all’Artemio Franchi la squadra allenata da Juric è crollata sotto i colpi di una super Fiorentina che ha banchettato sulla carcassa romanista. Un 5-1 netto, che non lascia spazio a interpretazioni e che ha fatto crollare il gelo su Trigoria. Proprio nel tabellino di quella folle partita compare il nome di Edoardo Bove, centrocampista che in estate la società aveva deciso di cede, lasciandolo andare a Firenze come se nulla fosse. Una scelta pagata amara, perché al 52′ del match è stato proprio ‘il figlio di Roma’ a segnare il 4-1, prima di alzare le mani al cielo per chiedere scusa dell’umiliazione inflitta. Una scelta pagata cara, come quella di non provare a trattenere Lukaku, puntando su Dovbyk per il nuovo attacco giallorosso. Dopo il prestito dello scorso anno il belga è tornato in Serie A, questa volta sponda Napoli, per mettersi al servizio di Antonio Conte. E proprio nella sfida del 24 novembre, giocata allo Stadio Diego Armando Maradona, l’ex attaccante della Roma è sfuggito a Hummels deviando in rete il gol che ha deciso il match, costringendo la Roma a mangiarsi le mani e garantendo, invece, ai partenopei di confermarsi in cima alla classifica con la sua quinta rete in questo campionato, l’ultima segnata per il momento.