Milan tra Paratici e Tare: investimenti di alto livello contro intuizione e scouting

Il Milan è alla ricerca di un nuovo direttore sportivo e tra i candidati principali emergono due nomi di grande esperienza: Igli Tare e Fabio Paratici. Entrambi hanno lasciato un segno profondo nel calcio italiano, ma con approcci molto diversi nel costruire le squadre. Osservando i loro operati nelle passate stagioni, si intuisce che se il Milan deciderà di puntare su Tare, potrebbe aspettarsi una strategia basata su intuizioni, scouting accurato e valorizzazione dei talenti; se invece la scelta ricadrà su Paratici, il club potrebbe orientarsi su una gestione più ambiziosa, con investimenti mirati su giocatori di alto livello.
Le operazioni di Tare
Igli Tare ha guidato l’area sportiva della Lazio per 15 anni, operando spesso con budget limitati e puntando su intuizioni e scommesse che si sono rivelate vincenti. Il suo fiore all’occhiello è stato l’acquisto di Sergej Milinković-Savić, preso dal Genk per circa 10 milioni di euro nel 2015 e rivenduto nel 2023 all’Al-Hilal per 40 milioni dopo 341 presenze e 69 gol in biancoceleste.
Altre operazioni straordinarie hanno riguardato Ciro Immobile, acquistato per 9,4 milioni dal Siviglia e diventato il bomber più prolifico della storia della Lazio con 207 gol, e Luis Alberto, scovato dal Liverpool, dove non trovava spazio, e trasformato in uno dei migliori trequartisti della Serie A.
Non dimentichiamoci di Felipe Anderson, preso per poco più di 8 milioni e ceduto al West Ham per circa 40 milioni, e Lucas Biglia, arrivato dall’Anderlecht per 7 milioni e rivenduto al Milan per 20 milioni, ne sono un esempio. Anche colpi a parametro zero, come Miroslav Klose, hanno dato grande valore alla Lazio.
Purtroppo, sono stati anche tanti gli abbagli del ds albanese, tra cui Muriqi e Vavro, che non hanno portato ai risultati sperati.
I colpi di Paratici
Fabio Paratici, invece, ha avuto a disposizione budget ben più elevati, prima alla Juventus e poi al Tottenham, e ha costruito le sue squadre con acquisti di grande impatto economico. Il colpo più mediatico è stato senza dubbio Cristiano Ronaldo, portato alla Juve dal Real Madrid per 112 milioni di euro.
Anche l’arrivo di Matthijs de Ligt, pagato 75 milioni (più 10,5 di bonus), è stato un investimento importante, anche se poi la sua cessione al Bayern Monaco ha permesso di recuperare 67 milioni. Lo stesso vale per operazioni come João Cancelo, acquistato per oltre 40 milioni e poi scambiato con Danilo, valutato 37 milioni.
Un altro investimento pesante è stato quello per Federico Chiesa, con 50 milioni versati alla Fiorentina, mentre nel Tottenham ha puntato su giocatori come Richarlison, Kulusevski, Romero e Porro, operazioni costose ma con rendimento altalenante.
A differenza di Tare, Paratici ha costruito le sue squadre con un approccio più aggressivo, mirando a colpi già affermati e spesso spendendo cifre elevate per giocatori dal grande potenziale. Tuttavia, non sempre gli investimenti hanno portato i risultati sperati e in alcuni casi il peso economico delle operazioni ha influito sulla stabilità finanziaria dei club in cui ha operato.