Lazio, Fabiani: “Pellegrini? Ecco cos’è successo. Su Casadei…”
Tra calciomercato e la comunicazione della lista per la Serie A in casa Lazio le polemiche sembrano non aver mai fine. Dopo il lungo inseguimento per Cesare Casadei, saltato a poche ore dalla fine della sessione invernale e che ha spinto i biancocelesti a riversarsi su Reda Belahyane, nella giornata di ieri la società e l’allenatore, Marco Baroni, hanno deciso di escludere dalla rosa dei venticinque per il campionato il terzino Luca Pellegrini. Una scelta che ha destato molto clamore, vista l’importanza del calciatore e l’assenza di terzini (Tavares, Lazzari e Hysaj sono infortunati) e che sarebbe stata scaturita da alcuni atteggiamenti tutt’altro che consoni e professionali da parte dell’ex Juve, sostituito da Toma Basic, precedentemente escluso dal progetto. Per fare chiarezza su questi e molti altri temi, ai microfoni ufficiali del club, è intervenuto il direttore sportivo Angelo Fabiani.
Fabiani su Pellegrini
«Perché non si sono fatte le stesse considerazioni all’inizio quando è andato fuori Hysaj? Le scelte sono dell’allenatore in base a un suo progetto futuro o immediato, decide lui. Ci dice delle cose, ci fa una lista e la società deve avallare ciò che dice lui. Se non si ascolta il proprio condottiero viene delegittimato e se succede è la fine della società. Ci vuole rispetto per l’allenatore. La scelta di escludere Pellegrini e di reinserire Basic è stata sua: ci ha detto che il croato poteva risultare più utile, nonostante sia stato vicino a lasciare la Lazio più volte a gennaio».
Il commento di Fabiani sui nuovi acquisti
«Il tempo ci dirà se su Provstgaard avremo indovinato o meno. Come facemmo con Mandas, che avevamo pensato di portarlo subito da noi per farlo ambientare e ora ci sta togliendo un sacco di soddisfazioni. Si può dire che è sulla falsa linea di Mandas. Belahyane? Voglio essere chiaro: è il 60esimo calciomercato concluso per me, ha dinamiche contorte, controverse. Quando dico che è una partita a poker allargata, è perché ognuno fa il proprio gioco. Col mister si stilano profili e priorità, ci sono possibilità che alcune le chiudi subito, altre devi bluffare per ottenere un risultato. Belahyane era al pari di altri. Abbiamo rifiutato milioni di euro per molti, Baroni non ha voluto cedere e non abbiamo ceduto nessuno. Significa che siamo nel programma che ci siamo prefissati, al 50/60% del lavoro. C’è tanto da fare».
Casadei, Sylla e Fazzini, Fabiani racconta cos’è successo
«Quando sento dire l’allenatore voleva assolutamente Fazzini, è una bugia. Il mister non ha mai fatto pressione. Le cose bisognerebbe saperle dal di dentro: Fazzini era in lista. Se ora Belahyane è alla Lazio è perché c’era l’ok dell’allenatore. Come faccio a non fare un applauso a allenatore e giocatori per la bellissima prima parte del campionato? Cosa succederà domani, ovviamente, non lo so. Oggi per chiudere un giocatore non basta più trattare tra le due società, ora ce ne sono sei tra procuratori, giocatori, intermediari, fattori esterni, come chi fa informazione. Mettere d’accordo tutti non è facile. Anzi, ora aggiungiamo anche i genitori del calciatore in questione. Casadei e Sylla? Quando mi impongono le cose non mi piace. Se Sylla è di mio interesse lo prendo, se me lo vogliono imporre a forza, a me Casadei allora non interessa».
Per Fabiani l’Indice di Liquidità non è mai stato un problema
«Si dice che la Lazio non può fare mercato per l’indice di liquidità. Si pensa che l’indice di liquidità non faccia pagare gli stipendi, ma noi li paghiamo in modo puntuale. Comunque la trovo una norma obsoleta, che non ha ragione di esistere. Tra l’altro, leggendo ciò che si scrive in giro e io non lo prendo per oro colato, dovrei chiedermi perché viene applicata solo per alcune società e per altre no. E allora lì ti devi difendere. Come? Spiegando che il calcio si può fare anche senza sperperare denaro. Come si fa a fare prezzo in rapporto alla qualità del calciatore? Nel calcio è bravo chi ci rimette di meno, chi ha idee e intuizioni».
E poi su Olympia…
«Una vicenda triste. Non c’è un vincitore né altro da aggiungere. C’è un codice e dei comportamenti da attuare, si è un po’ andati oltre. Siamo tutti adulti e vaccinati per non capire come stanno le cose. Dobbiamo andare avanti con le nostre idee, non vado a dare colpe: applico il regolamento».