Serie A

Kalulu spiega il passaggio dal Milan alla Juventus

Alla vigilia del big match del Meazza, ecco le parole del difensore francese, di proprietà dei rossoneri ma in prestito alla Signora
Pierre Kalulu, Juventus
Pierre Kalulu, Juventus (Getty Images)

La sfida di sabato alle 18 al Meazza tra Milan e Juve avrà un sapore speciale per Pierre Kalulu. Di proprietà dei rossoneri, dopo quattro anni al Diavolo il difensore centrale francese in estate è passato in prestito ai bianconeri. A suon di ottime prestazioni si è guadagnato la fiducia di Thiago Motta e dei tifosi e ora è pronto a prendersi la sua rivincita contro Paulo Fonseca, il tecnico portoghese arrivato in estate a Milanello che non lo ha ritenuto centrale nel proprio progetto tecnico lasciandolo partire. Intervistato da DAZN, Kalulu ha tracciato un bilancio dei primi mesi alla Signora: “Siamo umani e lavoriamo con il cuore – ha dichiarato – . Durante il riscaldamento è l’ultimo momento in cui posso godermi l’ambiente. È il momento più bello, che sia all’Allianz Stadium o in un altro stadio. Sono stato anche io tifoso: voglio essere in campo quello che ammiravo da bambino. Devi sempre ricordarti del piccolo che era dentro di te. Con i tifosi c’è un sentimento forte, è come una relazione d’amore. C’è molto calore all’inizio, tutto sembra bellissimo, senti le vibrazioni”.

Kalulu e la prima telefonata con Thiago Motta

Kalulu ha poi raccontato uno dei primi confronti con Thiago Motta, che fin dall’inizio ha avuto le idee chiare su cosa aspettarsi dal francese. “Quando ho chiamato il mister, lui mi ha detto subito: ‘Sei pronto a giocare ogni 3 giorni?’ Ho risposto: ‘Sì, dove mi vedi giocare?’ E lui: ‘A destra, al centro e a sinistra’. Lì ho pensato: se mi vede ovunque, per me è il top. E poi ha chiuso dicendo: ‘Sappi che le scelte della partita si fanno in allenamento!’ E alla Juve è così”.

Kalulu si racconta

“Nella vita potevo fare tante cose, ma mi sono reso contro che l’unica passione che mi fa svegliare con il sorriso è quella per il calcio – ha aggiunto il francese – . Nel calcio ho tanti sogni: vincere tutto, giocare con i miei fratelli ed essere il giocatore più forte, ma ho tanta voglia di fare altro là fuori”. Kalulu non nasconde poi i periodi complicati: “La nostra sembra essere una vita perfetta, ma la verità è che anche noi professionisti abbiamo momenti difficili. A volte non vogliamo far vedere quando siamo deboli, lo nascondiamo. Io ad esempio sono cresciuto in una grande famiglia, in una casa che non era mai silenziosa, e i primi mesi in cui tornavo a casa da solo per cena passavo tante ore senza parlare con nessuno. Era tutto difficile a livello mentale. I videogiochi mi hanno aiutato, perché con cuffie e microfono potevo parlare con i miei fratelli. Odio la sconfitta! Se mi batti, con te non sarò lo stesso. È sempre stato così! Ma la verità è che la sconfitta fa parte della vita e ti aiuta a restare umile. Alla fine della giornata bisogna però avere più piccole vittorie che sconfitte”.