Inter, Josep Martinez: “Sommer è un modello. Il mio segreto è… il pisolino”

Chiamato in causa da Simone Inzaghi per sostituire l’infortunato Yann Sommer, Josep Martinez non si è fatto trovare impreparato e ha risposto presente difendendo alla grande la porta dell’Inter. Arrivato il estate dal Genoa per 13 milioni di euro più bonus, risultando così l’investimento più oneroso dell’intero mercato dei campioni d’Italia, il 26enne spagnolo aveva fatto il proprio esordio il 19 dicembre 2024 nel match di Coppa Italia contro l’Udinese conquistando il primo clean sheet (2-0).
Inter, tutti pazzi per Josep Martinez
Con l’infortunio del primo portiere, Yann Sommer, Josep Martinez è diventato il titolare e ha fatto benissimo: in quattro gare ha subito una sola rete, il tap-in sottoposta di Billing contro il Napoli (tra l’altro arrivato dopo una sua grandissima parata di piede), dopodiché ha tenuto la porta inviolata nell’1-0 in campionato al Meazza proprio contro il Genoa, nei quarti di Coppa Italia contro la Lazio (2-0) e nell’andata dei quarti di finale di Champions League a Rotterdam contro il Feyenoord (2-0).
Inter, i segreti di Josep Martinez
Intervistato dal quotidiano La Repubblica, Josep Martinez ha dichiarato: “Non è facile. Devi lavorare su te stesso, allenarti, aspettare l’occasione, sapendo che può arrivare in ogni momento. Sommer? Con Yann abbiamo un rapporto bellissimo. Ha dieci anni più di me, è un modello. Con i piedi è il numero uno al mondo”. Il 26enne portiere spagnolo ha parlato anche dei suoi segreti. Il papà da piccolo lo chiamava “colilla”, ovvero mozzicone di sigaretta: “Perché ero sempre per terra”. Ma uno dei suoi segreti è il pisolino pomeridiano: “Faccio la siesta ogni pomeriggio, mi aiuta a recuperare energie”. L’ex Genoa non pone limiti: “Vogliamo vincere tutte le partite. Il primo pensiero è il campionato, la Champions è il sogno”. Facendo un tuffo nel passato, Martinez parla di quanto sia stata importante l’esperienza nella Masia, la cantera del Barcellona: “Impari una filosofia di vita. Devi impegnarti anche nello studio. E ti insegnano il tiki-taka. Non sapevo passare di sinistro a un metro. Due anni dopo calciavo con entrambi i piedi. Li ho capito che avrei potuto fare il professionista, come Cañizares, il mio idolo, e Casillas. Da spagnolo, lo preferivo a Buffon. Che rivalità bellissima. Altri idoli Neuer, coraggioso e maestro nei tempi. Ho giocato in Spagna, in Germania al Lipsia, ora in Italia. Tre grandi scuole. Nella vita invece mi ispiro a Sergio Barila, il mio agente, un secondo papà. Si parla dei procuratori come dei cattivi del calcio, ma è non è così. All’Inter c’è un bel gruppo. Gran parte del merito è di Inzaghi. Capisce le persone, i momenti gli stati d’animo”. Infine sui rigoristi rivela: “Calhanoglu a parte, Lautaro tira fortissimo, Zielinski è un buon rigorista, e che sinistro Dimarco. Non saprei scegliere”.