Serie A

Inter, dal 5 maggio al rapporto Cuper-Ronaldo: i ricordi di Dalmat

L’ex centrocampista francese, a Milano dal gennaio 2001 all’estate 2003, riavvolge il nastro e parla della sua esperienza in nerazzurro
Ronaldo il Fenomeno ai tempi dell'Inter
Ronaldo il Fenomeno ai tempi dell'Inter (Getty Images)

All’Inter da gennaio 2001 all’estate 2003, Stephane Dalmat ai microfoni di Calcio Time, è tornato sulla sua esperienza a Milano: ”Vestire la maglia nerazzurra è stato un onore; ho trascorso due anni e mezzo fantastici, ho giocato con grandi campioni e ho ricordi stupendi. Sarò sempre grato a questa società per avermi concesso la possibilità di esprimere il mio modo di essere e di giocare condividendo lo spogliatoio con grandi campioni”.

Inter, Dalmat e i ricordi del 5 maggio 2002

L’ex centrocampista francese ha collezionato 66 presenze siglando anche quattro reti e, suo malgrado, ha vissuto in prima persona quel “tragico”, per i tifosi dell’Inter, 5 maggio 2002, quando all’ultima giornata i nerazzurri persero 4-2 all’Olimpico contro la Lazio regalando lo scudetto alla Juve, vittoriosa 2-0 sul campo dell’Udinese: “L’unico, grande rammarico della mia carriera in nerazzurro riguarda proprio quell’incredibile giornata, in senso negativo. Tuttavia, sono convinto che perdemmo quel campionato in casa del Chievo Verona, con il pareggio di Cossato nei minuti di recupero e, soprattutto, con due clamorosi rigori non concessi all’Inter. Da lì, avevo avuto la sensazione che qualcosa potesse andare storto anche a Roma ed effettivamente fu così. Nei giorni precedenti la partita contro la Lazio, si sentiva parlare di calciatori biancocelesti appagati e che avrebbero giocato in maniera ‘tranquilla’. Ricordo Poborsky scatenato in quella partita! Fu una delusione enorme per il risultato e ho ancora un bruttissimo ricordo di quella giornata…”.

Inter, Dalmat sul rapporto tra Cuper e Ronaldo

Quel pomeriggio romano l’hanno vissuto anche Hector Cuper, all’epoca allenatore dell’Inter, e Ronaldo, la cui immagine in lacrime mentre siede in panchina dopo la sostituzione ha fatto il giro del mondo diventando un po’ il simbolo di quel 5 maggio 2002: “Tra i due non c’era minimamente feeling – ricorda Dalmat –, proprio per nulla. Non si parlavano, non discutevano e non comunicavano; litigavano sin dall’inizio per problemi di peso, di tattica. Ma io dico sempre: quando disponi di un calciatore come Ronaldo, cosa puoi dirgli se non fargli fare quello che preferisce in campo e fuori? Cuper doveva solamente lasciarlo tranquillo e attendere che segnasse per risolvergli le partite. A Ronaldo dovevi concedere di mangiare qualcosa in più, lasciarlo uscire e attendere che facesse saltare San Siro. Cuper era un grande allenatore, ma l’errore con Ronaldo fu quello”.