Gli allenatori stranieri del Milan: Fonseca è solo l’ultimo degli esonerati
Il Milan ha visto diversi allenatori stranieri sedersi sulla sua panchina, ognuno con una storia unica, fatta di successi, incomprensioni e, a volte, esoneri lampo. Fonseca è solo l’ultimo degli esonerati, sostituito ora da un altro straniero, Sergio Conceiçao. La Gazzetta dello Sport ha ricordato altri allenatori stranieri sulla panchina del Milan.
Guttmann, Carniglia, Liedholm
Negli anni ’50, Béla Guttmann portò al Milan idee innovative e un carattere esplosivo. Nonostante il primo posto in classifica, un litigio con il campione Schiaffino scatenò una rivolta nello spogliatoio, portando al suo esonero dopo 19 partite. Al suo posto arrivò Hector Puricelli, che ha guidato la squadra alla vittoria dello scudetto.
Nel 1963 il Milan decise di affidarsi all’argentino Luis Carniglia. Allenatore di grande esperienza, guidò la squadra nella controversa finale Intercontinentale contro il Santos, segnata da uno scandalo arbitrale. Dopo una sconfitta contro il Bologna, Carniglia lasciò nel marzo 1964, sostituito da Nils Liedholm.
Liedholm è stato più volte al Milan, conquistando lo scudetto della stella nel 1979. In seguito verrà esonerato da Berlusconi in favore di Capello e quando gli ricordarono di esser stato l’ultimo allenatore straniero a vincere un campionato con il Milan, rispose con ironia di non essere straniero, ma italiani di origini svedesi.
Tabarez, Terim, Mihajlovic
Nel 1996, Oscar Tabarez portò al Milan il suo stile filosofico, ma i risultati sono stato deludenti. Dopo 11 partite e una sconfitta contro il Piacenza, lasciò il posto ad Arrigo Sacchi, che però non riuscì comunque a fare di meglio.
Nella stagione 2001-02, Fatih Terim è stato sulla panchina del Milan solo 70 giorni. Nonostante un derby vinto 4-2, il suo stile informale e i contrasti con i veterani lo hanno portato all’esonero in favore di Ancelotti.
Nel 2015, Sinisa Mihajlovic arrivò con grandi aspettative lanciando il sedicenne Donnarumma e vincendo un derby 3-0 contro l’Inter. Tuttavia, il suo 4-4-2 non convinse appieno Berlusconi che, dopo una sconfitta contro la Juve, lo sostituì con Cristian Brocchi. Non andò tanto meglio: il Milan chiuse settimo in campionato e perse anche la finale di Coppa Italia.