Como, Suwarso: “Ecco come scegliamo i giocatori. Su Nico Paz…”

Il Como è un esempio da studiare. Un modello di progettazione, di crescita rapida ed efficace. E non solo come squadra. La società lariana in Italia si è imposta per la sua capacità di progettare, di espandersi e soprattutto di lavorare sul proprio marchio. Il brand Como è uno dei più apprezzati a livello internazionale per i nomi che fanno parte della rosa di Cesc Fabregas, non uno qualsiasi, ma anche per la capacità di espandere il proprio marchio al di là dei confini nazionali e continentali. Perché a vedere il Como ci sono molte star famose? La risposta è nel loro modo di lavorare, nella creazione di pacchetti, nella collaborazione stipulata tra il Como squadra di calcio e Como la splendida città che si affaccia sul celebre e letterario lago, che incanta tutti gli innamorati e tutti i più romantici. Quello lariano è un mondo dentro al quale stiamo pian piano entrando e una spinta, non indifferente, ce l’ha sicuramente data Mirwan Suwarso, il presidente del Como, intervenuto ai microfoni di Cronache di Spogliatoio.
Gli inizi del Como
«Abbiamo iniziato in Serie D con 5 dipendenti, ora siamo 200. Quello che succede in campo dipende molto dalla struttura che c’è dietro. L’anno prossimo vogliamo sicuramente migliorare la classifica, ma non ci piace comunicare obiettivi precisi. Negli anni ’80, grazie a Mino Favini, il Como aveva un grande settore giovanile. Qui vogliamo ricreare qualcosa di simile».
La ricerca dei calciatori
«Partiamo dai dati. Studiamo il giocatore, la persona, il suo rapporto con i social media negli ultimi 5 anni, la sua famiglia. Se abbiamo persone che conoscono i giocatori, chiediamo anche la loro opinione. Tipo? Henry e Varane sono preziosi in termini di conoscenza dei giocatori del mercato francese e spagnolo. I dati ci aiutano a vedere più giocatori nel minor tempo possibile. Poi bisogna essere in grado di tradurre e mettere in relazione tutto ciò che viene dal calcio estero con Fabregas. Avevamo buoni giocatori che però non rispecchiavano lo stile di Cesc a Como. In questi processi decisionali il team di reclutamento lavora a stretto contatto con lo staff tecnico per analizzare i giocatori adatti alle esigenze della squadra. Il team presenta poi a Fabregas. Una lista di 3-5 giocatori da approvare, che poi viene girata al management per lavorare sulla base delle decisioni finanziarie che si adattano al club».
Vip allo stadio
«Se ne occupa il nostro chied brand officer, Rhuigi Villasenior, che ha tanti amici nel mondo dello spettacolo, della musica e della moda. Contribuiscono anche Henry e Alli. Per esempio, il rapper che era presente allo stadio contro il Torino, Aj Tracey, è un amico di Dele. In tanti ci contattano, perché magari hanno visto una foto di Hugh Grant allo stadio e vogliono fare lo stesso. Se un VIP organizza una vacanza a Como, noi ci preoccupiamo di procurargli un posto al Sinigaglia».
I singoli
«Da Cunha centrocampista è un’invenzione di Fabregas. Giocava esterno, poi Cesc lo ha messo in mezzo al campo e ora molti club sono interessati a lui – ha detto il presidente -. Dele Alli? Ha avuto un infortunio, ma se tornasse anche al 60% sarebbe un trionfo per tutti. Nico Paz? Stiamo parlando da tanto tempo con il Real per tenerlo. Per noi è un grande giocatore, così come Diao. La proprietà ha l’ambizione di tenerli» – un futuro da decifrare anche per Fabregas – «Ci ha detto di essere già stato contattato da alcune squadre. La sua filosofia di calcio qui è protetta. Cesc sta dimostrando che con le sue idee la squadra cresce. Se continua così, la proprietà soddisferà le sue richieste e lui potrà realizzare le sue ambizioni qui per i prossimi anni».