Atalanta, Scamacca: “Il momento peggiore della mia carriera…”

Una stagione complicata quella di Gianluca Scamacca, forse la più difficile della sua carriera, ben peggio anche di quella vissuta a Londra con la maglia del West Ham, quando la sua crescita venne clamorosamente frenata da prestazioni pessime e poco spazio a disposizione. Nonostante la vittoria della Conference League. Un trofeo europeo, d’altronde, Scamacca lo ha vinto anche in Italia, con l’Atalanta la scorsa stagione, quando si è confermato come punta di diamante della rosa di Gasperini. Poi in estate, però, il destino ha deciso di punirlo nuovamente con una rottura del crociato che lo ha costretto a saltare 32 partite e a vedere il suo posto soffiato da Mateo Retegui, attaccante arrivato in estata per sostituirlo e che non solo è diventato il titolare della Dea e capocannoniere della Serie A, ma anche della Nazionale italiana.
La data fissata per il suo rientro era febbraio, Gasp ha colto l’occasione per dar manforte al suo reparto offensivo, ma mai scelta fu peggiore. Un nuovo infortunio alla coscia ha costretto Scamacca a fermarsi di nuovo, trasformando questa stagione in un incubo ancor peggiore di quanto pronosticato. A dare voce al suo dolore sono le pagine della Gazzetta dello Sport, dove nell’intervista odierna sono emerse le parole dell’attaccante bergamasco che ha confermato di essere al lavoro per rientrare dall’infortunio.
Il momento più difficile
«È il momento più difficile della mia carriera perché non ero mai stato lontano dal campo così tanto. Ma è anche quello che mi ha messo davanti ad uno specchio, alla prova: forse ne avevo bisogno per scoprirmi dentro quel 10% in più che non avevo prima, quando vivevo le difficoltà come tragedie. E invece bastavano solo un po’ di equilibrio e di calma in più. Questa è una sfida che devo affrontare e se lo faccio riuscendo a trovarci un lato positivo, quando tornerò a stare bene avrò la certezza definitiva che un momento di down non è mai la fine. E apprezzerò ancora di più i momenti up. Impermeabile a tutto? Nessuno lo è, ognuno ha le sue strategie per farsi scivolare addosso le cose. La mia è ripetermi che il meglio deve ancora venire, l’anno scorso me lo sono detto ogni giorno fino a Dublino. È focalizzarmi su me stesso, i miei obiettivi, il mio lavoro che mi darà ragione. Perché so già che mi darà ragione. Non è questione di coraggio: ho solo preso una buca. E faccio il lavoro più bello del mondo».
Gli infortuni di Parma e Torino
«La sfiga da sola non esiste. Feci tutto da solo: un movimento sciocco, di quelli che in allenamento ripeti dieci volte, ma forse ero un po’ stanco. Non fisicamente, anzi stavo una bomba. Magari più di testa: dopo l’Europeo avevo fatto solo venti giorni di vacanza, non avevo sbollito una grande delusione, non ero ancora ‘pulito’. L’infortunio contro il Torino? Nel calcio è così: tutti dottori e tutti allenatori. Fatalità: un contrasto con Ricci, alzo la gamba, vado a vuoto e sento ‘tac’. Ho continuato perché mi sono detto: ‘Magari capita una palla in area…’. Ma avevo capito subito che mi ero fatto male. Il momento di massimo sconforto? Più di uno, già da agosto, perché tutto quello che l’Atalanta doveva giocare quest’anno lo sentivo mio, me l’ero guadagnato: la Supercoppa europea, la Supercoppa italiana, la mia prima Champions che non vedevo e non vedo l’ora di giocare. Ma il peggiore è stato la sera della partita con il Real: quella che ho sofferto di più da guardare sul divano».
L’assenza dal calcio
«Non ho paura perché dipenderà solo da me: se rientri con la paura del trauma, hai perso solo tempo. Ma per come sto facendo le cose, magari ci metterò un mese di più, ma andrò dritto, e starò meglio di prima. Tempi di recupero per il secondo infortunio: quattro mesi e mezzo. Quando riprenderà la preparazione, a metà luglio, ne saranno passati più di cinque: hai voglia…».
Coppia con Retegui
«Due centravanti in rosa non sono mai troppi, qualunque allenatore li vorrebbe. Per come gioca l’Atalanta i due attaccanti devono fare cose diverse e io non faccio quello che fa Lookman: forse sarà più facile in corsa. Dipenderà dalle partite. E da quello che si inventerà il mister…».