Andare in Champions League è l’obiettivo di ogni squadra che vuole incidere nel panorama nazionale e internazionale. Qualificarsi con costanza per la competizione europea più importante del mondo, significa aumentare il proprio appeal agli occhi degli avversari, ma anche degli sponsor e quindi avere introiti sempre più importanti che possono sbaragliare le porte a nuovi investimenti. Passa per questo concetto l’ascesa negli ultimi anni di squadre come Atalanta e Napoli che, ottenendo grazie all’ottimo lavoro sul campo, una costante qualificazione alla Champions, si sono assicurati una crescita che oggi gli permette di essere sempre – eccezion fatta per rare volte – competitiva nel proprio Paese.
Strappare il pass per il palcoscenico più grande d’Europa è utile per attirare investitori, ma significa garantirsi comunque un ricco incasso dovuto dai premi vittoria, dai passaggi del turno e dalla più banale qualificazione che al termine della stagione permette di inserire a bilancio una quantità di soldi alla quale Europa e Conference League non possono neanche permettersi di aspirare. Per questa ragione principalmente chi ha ambizioni di crescita deve puntare alla Champions, gestendo i guadagni e regalandosi un futuro roseo incentrato su investimenti importanti, ma comunque mirati e studiati.
Ecco quanto hanno guadagnato le italiane in Champions
Per rendere l’idea di quanto sia prolifico andare in Champions League può essere interessante andare a scoprire quanto stanno guadagnando le italiane che sono attualmente impegnate nella competizione, partendo dalla più ‘ricca’ di tutte: l’Inter. La squadra di Simone Inzaghi, reduce da quattro vittorie e un pareggio, ha fino a oggi incassato 59,38 milioni di euro, di cui 18,62 provenienti dal bonus qualificazione, 24 milioni dalla quota europea, 9,1 dai risultati, 7,36 dalla quota non europea e i restanti 275mila dalla quota minima per il posizionamento in classifica (2° alla quinta giornata).
Segue al secondo posto, invece, la Juve di Thiago Motta. I bianconeri, che si trova 19° dopo cinque partite con due vittorie, due pareggi e una sconfitta, si è assicurata fino a oggi 54,21 milioni di euro, così suddivisi: i soliti 18,62 milioni di euro di bonus qualificazione, il minimo 275mila per il posizionamento, 21,14 milioni di euro di quota europea, i 9,27 milioni di euro di quota non europea e i 4,9 milioni di euro di bonus risultati.
A chiudere il podio è invece l’Atalanta, ancora imbattuta e quinta nel girone unico dopo le 3 vittorie e i due pareggi. La formazione di Gasperini è la rappresentazione ideale del concetto di puntare sull’Europa per crescere. In tal senso, solo a fine novembre e dopo 5 uscite, la Dea si è intascata: 52,54 milioni di euro. Di questi 20,18 milioni di euro è la quota non europea, 7,7 milioni di euro sono i bonus per i risultati, i 5,76 milioni di euro sono di quota non europea, più i 275mila minimi per la classifica e i soliti 18,62 del bonus qualificazione.
Segue poi il Milan 16° in Champions League con 3 vittorie e 2 sconfitte. I rossoneri hanno incassato fino a ora 46,66 milioni di euro, così suddivisi: 17,3 milioni di euro di quota europea, 6,3 milioni di euro di bonus risultati, 4,16 milioni di euro di quota non europea e i 275mila minimi di piazzamento in classifica, oltre ai 18,62 milioni di euro per la qualificazione alla coppa.
Chiude all’ultimo posto la squadra meno blasonata. Il Bologna, fermo a un punto e fuori dalle 24, ha guadagnato 30,49 milioni di euro. Al di là dei soliti 275mila minimi di posizione in classifica e i 18,62 milioni di euro di bonus partecipazione, si aggiungono 9,61 milioni di euro di quota europea, 1,28 milioni di euro di quota non europea e solo 700mila euro per i risultati.