Calciomercato

Dagli anni 90 ad oggi: quanti flop di mercato per il Napoli

Negli ultimi trent'anni il Napoli ha speso tanto, forse troppo. Da Freddy Rincon a Jesper Lindstrom, ecco i flop più grandi dei calciomercati azzurri
Aurelio De Laurentiis

Negli ultimi trent’anni il Napoli ha speso tanto, forse troppo. Da Freddy Rincon a Jesper Lindstrom, ecco i flop più grandi dei calciomercati azzurri

Il Napoli dei grandi colpi, ma anche il Napoli dei grandi flop. Da ovunque la si guardi, il Napoli è sempre stato “grande”. Grande come le spese affrontate nel corso degli anni. Con alcune è andata bene, con altre un po’ meno. Basti pensare alla scorsa stagione da campione in carica, quando venne presentato Lindstrom al posto di Gabri Veiga, che dopo una lunga telenovela con gli azzurri alla fine decise di andare in Arabia. 

Il danese venne acquistato per 25 milioni di euro dall’Eintracht Francoforte, ma non ha inciso come ci si aspettava. Complice l’ambiente (tre cambi di allenatore) e il giocare in un ruolo non suo, il classe 2000 alla fine ha collezionato 0 gol in 27 presenze in tutte le competizioni, la maggior parte da subentrato, prima di essere ceduto all’Everton. 

Jesper Lindstrom però è solo l’ultimo di una lunga lista di flop. Calciatori pagati fior di quattrini che poi, per un motivo o per un altro, non hanno lasciato il segno a Napoli.

Il Napoli degli anni 90: dal post Maradona al ritorno in Serie A

I primi veri e propri flop si può dire che arrivino dagli anni 90, quando il Napoli decise di sostituire Gianfranco Zola con Freddy Rincon, che ha portato ai partenopei solo 7 reti in un anno. Non solo, lo stesso anno arrivò anche Massimo Agostini dall’Ancona, dove mise a segno ben 30 gol in 67 partite. Purtroppo, non ha saputo ripetersi ai piedi del Vesuvio, dove ne segnò meno della metà (13 gol nelle stesse partite). 

Nella stagione 1996-97, arrivò sotto il Vesuvio il brasiliano Beto, un nome che forse molti tifosi hanno dimenticato. Eppure, indossò la leggendaria maglia numero 10, la stessa che fu del re Diego. Beto regalò qualche lampo di classe, come il gol del pareggio decisivo nella semifinale di Coppa Italia contro l’Inter, ma la sua avventura in azzurro fu segnata anche da tanta panchina, una condizione fisica non impeccabile e un caratterino piuttosto irritabile. In totale, collezionò 26 presenze e 5 gol tra campionato e coppa. Non un fiasco totale, ma una delusione non trascurabile, soprattutto se si considera che il giovane talento, prelevato dal Botafogo, era stato scelto al posto di Roberto Baggio e di un giovanissimo Ronaldinho.

Nell’anno della Serie B si tentò la risalita con l’ingaggio di Igor Protti, che fece molto bene a Bari, male con la Lazio e però ancor peggio a Napoli (4 gol in 27 partite). Lo stesso si può dire di José Luis Calderon, sole 6 gare giocate e zero reti. 

Alla fine la Serie A è arrivata e con essa anche gli acquisti di Luciano Galletti e Anselmo Robbiati. Il primo, paragonato addirittura a Maradona, concluse l’avventura al Napoli siglando 2 reti in 11 presenze, il secondo sempre 2 gol, ma in 20 presenze. 

Il nuovo secolo: il Napoli torna grande, ma quanti soldi buttati…

Gli anni 2000 hanno portato nuovamente il Napoli stabilmente in Serie A, anche grazie agli acquisti di calciatori del calibro di Hamsik e Lavezzi. Nel loro stesso anno, però, uno degli acquisti più costosi è stato quello di Daniele Mannini (7 milioni di euro): il calciatore però non fu molto utile alla causa napoletana, essendo stato successivamente squalificato per doping. 

Nel 2009 il flop più grande riguarda Luca Cigarini, pagato ben 11 milioni e ceduto subito dopo al Siviglia e poi nuovamente all’Atalanta. 

Passando agli anni 2010, come dimenticare l’acquisto di Edu Vargas nel 2012: pagato 13,5 milioni di euro, veniva da due anni in Cile in cui aveva messo a segno 30 gol in 76 presenze. Col Napoli, però, in campionato non ha esultato neanche una volta. Ci si ricorda, anzi, di una sua tripletta contro l’Aik Stoccolma in Europa League. Nel 2015 è stato il turno di Mirko Valdifiori, pagato 5,5 milioni di euro, voluto fortemente da Sarri e poi però superato da Jorginho nelle gerarchie. 

Le stagioni successive riguardano gli acquisti più costosi. Uno dei primi è stato quello di Leonardo Pavoletti, pagato 18 milioni per la bellezza di 0 gol con il Napoli. L’anno seguente è il turno di Simone Verdi per quasi 25 milioni di euro, che regalò però solo 4 reti in 24 partite. Si arriva così a Kostas Manolas, preso dalla Roma per ben 36 milioni di euro ma che al Napoli non ebbe mai lo stesso rendimento, nonostante una Coppa Italia vinta. Nello stesso anno giunge in terra partenopea anche Hirving Lozano: non si può dire che sia stato un totale fallimento, ma dopo aver speso 38 milioni per un attaccante è stato lecito aspettarsi più di 30 gol in 155 presenze. Uno degli ultimi flop di mercato prima del già citato Lindstrom è stato Andrea Petagna: arrivato dalla Spal per 15 milioni, ha messo a segno solamente 9 reti in 68 presenze. 

2024: top or flop? Ai posteri l’ardua sentenza

Si arriva al calciomercato attuale, dopo uno scudetto vinto e una stagione disastrosa subito dopo. Il mercato è stato condizionato, almeno inizialmente, da Victor Osimhen. Il calciatore ha manifestato la volontà di cambiare aria e ha aspettato, troppo, un’offerta del PSG che non è mai arrivata. Di seguito hanno bussato alla porta Chelsea e Al Alhi: il primo con un’offerta congrua per la società, ma non abbastanza per il calciatore; il secondo, l’esatto contrario. Alla fine, il nigeriano e il club hanno accettato l’offerta del Galatasaray, che lo vedrà in Turchia in prestito per un anno. De Laurentiis comunque ha deciso di accontentare il nuovo allenatore Conte che aveva richiesto a gran voce Lukaku (30 milioni), ma non solo: a Napoli arrivano anche Buongiorno (35 milioni), McTominay (30,5), Neres (28), Gilmour (14), Marin (12) e Spinazzola a titolo gratuito. I soldi spesi sono stati tanti, ma il club è disposto a tutto pur di tornare ai livelli di due anni fa.