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Xavi torna a parlare: “Barcellona? Ho sbagliato. E in futuro…”

L'ex allenatore del Barcellona ha parlato della sua esperienza in blaugrana e del suo futuro
Xavi Hernandez
Xavi Hernandez

La lunga assenza di Xavi dopo l’addio con il Barcellona non è stata solo sul campo, ma anche davanti ai microfoni. Il tecnico spagnolo, sostituito da Flick sulla panchina blaugrana, non ha mai parlato delle condizioni con le quali è maturata la separazioni tra le due parti, così come non si è mai espresso sui suoi personali progetti futuri. Un silenzio che, però, è stato rotto nelle scorse ore quando per la prima volta si è espresso intervenendo ai microfoni di France Football non escludendo un suo ritorno in panchina e sottolineando gli errori commessi nel corso della gestione del Barça.

Xavi torna in panchina?

«Tornare ad allenare? Non ho nulla di predefinito, sono aperto. Perché non allenare un’altra squadra di LaLiga? Sto cercando un progetto stimolante, ho l’ambizione di vincere trofei. Ascolterò le diverse offerte. Voglio vincere la Champions, l’Europeo, il Mondiale… perché non allenare una Nazionale? Mi piace vedere le squadre che giocano con la palla in un modo o nell’altro. Allenatori come Pep Guardiola, Arne Slot, Vincent Kompany e alcuni altri. Voglio che i miei giocatori si divertano, sviluppino un calcio attraente per i tifosi e vincano titoli».

L’esperienza di Xavi al Barça

«Se guardate il mio record quando ero al Barça, e includo anche il mio staff tecnico, è molto positivo. Perché il club stava attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia, forse addirittura peggio dell’inizio del millennio. Le aspettative erano molto alte, basate sulla mia storia. Il mio profondo attaccamento al Barça a volte ha giocato contro di me, forse a volte sono stato troppo sentimentale, ma questa avventura è stata una vera lezione. Riconosco di aver commesso alcuni errori di gestione. Tatticamente, la partenza di Busquets ci ha obbligato a ripensare il nostro gioco. Decisi quindi di optare per un centrocampo con tre giocatori offensivi, una scelta che non sempre ha dato i suoi frutti. Al di là dei titoli, sono orgoglioso di aver riposto la mia fiducia in una nuova generazione, Fermín López, Lamine Yamal, Pau Cubarsí, Alejandro Balde… Questi giovani incarnano il futuro del club. Il mio primo anno e mezzo al Barça è stato molto, molto buono. Abbiamo avuto un buon progetto con Mateu Alemany e Jordi Cruyff, che ci ha permesso di terminare secondi in Liga, prima di vincerla nel 2023, così come la Supercoppa di Spagna. Poi i risultati sono stati meno buoni. L’uscita di Jordi e Mateu è stata un duro colpo».