Navas dice basta: l’addio al calcio dell’antieroe diventato immortale a Siviglia
Jesus Navas scende dal treno in corsa. Antieroe e mai conforme alle dinamiche del calcio moderno, dice addio a modo suo: a metà stagione. Non aspetta l’andaluso, lui che avrebbe voluto già smettere in estate, dopo l’Europeo vinto con la Spagna, ma che ha scelto di rimanere per dare una mano al suo Siviglia in difficoltà e senza grande talento, giocando dando in beneficenza il suo stipendio di questi ultimi mesi.
Le ragioni del ritiro
Ora, però, è il momento di dire basta. Non ce la fa più Jesus Navas, da anni alle prese con una lotta con un fastidiosissimo problema all’anca: «Ci sono dei giorni che non riesco nemmeno a camminare e a giocare coi miei bambini. Ho resistito il più possibile, ma non ce la faccio più» ha spiegato lo spagnolo, che deve sventolare bandiera bianca di fronte a un fisico che non tollera più lo sforzo.
Trittico d’addio
E allora ieri è andato in scena il primo dei tre omaggi destinati a Jesus Navas. A casa sua, nel Sanchez Pizjuan che ha visto il Siviglia vincere contro il Celta Vigo, lo spagnolo giocato la sua ultima partita casalinga. Domenica prossima, poi, sarà al Bernabeu per la sfida dei suoi con i Blancos, in uno dei teatri più belli del calcio mondiale saluterà il calcio. Prima, almeno, di farlo il 30 dicembre ancora al Sanchez Pizjuan in una serata dall’entrata gratuita e dalla commozione assicurata.
Una carriera da antieroe
Due Europei a dodici anni di distanza, un Mondiale, la Nations League e nel mezzo una carriera fatta di titoli tra Sivigilia e Manchester City, combattendo con quell’ansia e quegli attacchi di panico all’allontanarsi da casa che gli fecero saltare l’Europeo del 2008. Poi, con tanto lavoro e persone fidate intorno, il superamento delle paure e addirittura nel 2013 il trasferimento al Manchester City, prima di tornare a casa quattro anni dopo.
Il ricordo di chi non c’è più
Un addio al calcio struggente quello di Jesus Navas, uomo di poche parole che nonostante i trentanove anni avrebbe giocato ancora a lungo. Eppure ieri, davanti a uno stadio in lacrime per lui, l’andaluso ha preso il microfono ricordando per prima cosa due amici che non ci sono più. Antonio Puerta, portato via da un infarto mentre era in campo per il Siviglia, e Jose Antonio Reyes, vittima di un incidente d’auto. Per loro il primo pensiero, prima di lasciarsi andare all’abbraccio e al calore di un popolo che non dimenticherà mai il suo eroe immortale.