Atalanta, Carnesecchi: “Non ditemi che sono il migliore”
Anche dalle sue parate l’Atalanta ha costruito un girone di andata strepitoso, chiuso ai vertici della classifica e in piena lotta per lo scudetto. Marco Carnesecchi, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, ha ripercorso questi mesi esaltanti per la Dea, ma anche a livello personale: “Se sono il miglior portiere italiano? A chi lo pensa, chiedo di non dirmelo. Forse stiamo un po’ troppo fantasticando. Davanti, dietro o di fianco, ognuno la pensi come vuole, ci sono portieri di grandissimo livello e quando è così conta anche come va il campionato. A Rimini mi direbbero: “Ne devi mangiare ancora di tagliatelle”“. È dura anche quando prendi quattro tiri e quattro goal come ad agosto con l’Inter o se devi fare una parata sola come a Parma. Faccio tre nomi: Buffon, Szczesny, Handanovic. È quello lo step del grande portiere: “Serve una pezza? Ce la metto io”. Aggiungo però una cosa. L’anno scorso non ero così “visto” dalla critica, ma ho fatto una stagione incredibile che mi ha permesso di arrivare a questa con una testa diversa”. E con mister Gasperini non esistono cali di tensione: “Se l’ho riconquistato? Macché. Ma è la sua forza: ti sembra ti stia sfinendo, ma in realtà ti tiene solo il guinzaglio sempre tirato per non farti andare fuori strada. Questa cosa me la porterò con me per sempre: del resto si dice che è un allenatore che cambia le carriere, no? Ecco, è una questione mentale: il calciatore nasce con l’alibi in canna, con lui non puoi neanche pensarlo”.
I sogni nel cassetto
Da sogni a obiettivi. Dopo l’Europa League, ora l’Atalanta è in corsa per un traguardo ancora più incredibile: lo scudetto. Ma Carnesecchi di distrarsi e crogiolarsi non ne vuole sapere: “Se ad agosto ci credevamo? Non così tanto da essere virtualmente primi in classifica, ma dopo la vittoria di Dublino mi aspettavo una grandissima stagione. Poi, se mi chiede: è lunga? Io rispondo: è lunghissima. Adesso dobbiamo pensare come se fossimo dietro. Di quell’obiettivo si potrà parlare ad aprile. Se sarà, mancherà un mese e penseremo a sparare le ultime cartucce. Oggi c’è il campionato? Pum. Domani la Champions? Pum. La Coppa Italia? Pum. Mai pensare ad una cosa sola. Se si riesce a non pensare allo Scudetto? È fondamentale perché pensarci ti porterebbe via troppe energie”. Infine, una chiosa sulla Nazionale italiana, di cui un giorno chissà potrebbe essere titolare: “È il mio sogno fin da quando sono bambino, ma non è un’ossessione e le scelte non si discutono. Le mie chances andranno di pari passo con quello che farò con l’Atalanta: dunque in questo momento deve venire prima l’Atalanta”.