NBA

Derrick Rose si ritira: addio amaro tra sfortuna e rimpianti

Dopo 15 stagioni e tanti, troppi infortuni, uno dei giocatori più sconvolgenti del recente passato della NBA dice definitivamente basta
Derrick Rose
Derrick Rose

La NBA fa i conti con un altro addio doloroso: a dire basta questa volta è Derrick Rose, che dopo il taglio concordato con i Memphis Grizzlies ha deciso di appendere le scarpe al chiodo dopo una carriera vissuta letteralmente sulle montagne russe. Lui, che il tetto del mondo lo aveva toccato dopo un’annata folgorante a Chicago, trasformato poi in Icaro da una lunga serie di problemi fisici gravi che ne hanno compromesso permanentemente il fisico e anche via via il suo impatto sulla Lega. L’addio dell’ex MVP lascia un vuoto enorme nei cuori dei tifosi: Rose, infatti, era uno dei giocatori più amati e rispettati trasversalmente di tutta la Lega. Commovente il suo messaggio al noto portale The Athletic, nel quale ha spiegato i motivi dietro la sua decisione: “Il prossimo capitolo è quello di inseguire i miei sogni e condividere la mia crescita. Credo che il vero successo derivi dal diventare chi sei stato creato per essere, e voglio mostrare al mondo chi sono al di là del basket”. Che sia bello o brutto, tutti hanno una storia “e se” nella loro vita. Anche se potessi, non cambierei nulla della mia, perché è quella che mi ha aiutato a trovare la vera gioia”.

La carriera di Derrick Rose

Tra le point guard più esplosive mai comparse su un campo da basket, Derrick Rose ha avuto un impatto semplicemente devastante con il mondo della NBA. Draftato con la prima scelta assoluta nel 2008 dall’università di Memphis, con la maglia numero 1 dei Chicago Bulls conquista subito il titolo di Rookie of the Year; a soli 22 anni, invece, si laurea MVP della regular season dopo una stagione sensazionale in maglia Bulls, diventando il più giovane giocatore di sempre a potersi forgiare di uno dei più ambiti riconoscimenti personali del mondo del basket. Tre volte All-Star, ha vestito in carriera le maglie di Chicago Bulls, New York Knicks, Minnesota Timberwolves, Cleveland Cavaliers, Detroit Pistons e Memphis Grizzlies. Viene ricordato come uno dei giocatori più sfortunati della storia della pallacanestro, soprattutto perché è stato martoriato da gravissimi infortuni soprattutto nel miglior momento della sua carriera. Indimenticabile soprattutto quello della stagione successiva alla conquista del titolo di MVP, quando si ruppe il ginocchio perdendo di fatto la possibilità di esprimersi a quei livelli per il resto di una carriera nella quale sarà costretto a fermarsi per guai fisici seri almeno altre quattro volte. In 15 stagioni non è mai riuscito a vincere un singolo anello.

La lettera al basket a “The Athletic”

Grazie, mio primo amore… Hai creduto in me nei momenti alti e bassi, sei stata la mia costante quando tutto il resto sembrava incerto. Mi hai mostrato cosa significa veramente l’amore. Hai trasformato il campo nel mio santuario, una casa dove potevo esprimermi liberamente. Hai fatto sì che ogni mattina presto e ogni sera tardi che abbiamo trascorso insieme valessero ogni goccia di sudore. Mi hai ricordato che potevo sempre contare su di te, che in ogni momento di dubbio mi avresti mostrato di cosa sono capace. Mi hai fatto conoscere nuovi luoghi e culture che un ragazzo di Chicago non avrebbe mai potuto immaginare. Mi hai insegnato che ogni sconfitta era una lezione e ogni vittoria era un motivo per essere grato. Hai offerto una saggezza che non riguardava solo il gioco, ma anche la vita, la disciplina, il duro lavoro, la perseveranza. Mi hai dimostrato che la passione è qualcosa da custodire gelosamente, facendo sì che mettessi il cuore in ogni palleggio, in ogni tiro, in ogni giocata. Mi sei stato accanto anche quando il mondo sembrava contro di me, incondizionatamente, aspettando che fossi io a prenderti in braccio. Mi hai fatto un regalo, il nostro tempo insieme, un regalo che custodirò gelosamente per il resto dei miei giorni. Mi hai detto che va bene dire addio, rassicurandomi che sarai sempre una parte di me, non importa dove mi porterà la vita. Per sempre tuo, Derrick Rose“.