Italiani e Grandi Giri: quattro su settantadue
Il ciclismo su strada italiano è in difficoltà.
I corridori azzurri nel 2024 hanno centrato pochi successi in gare World Tour.
Jonathan Milan si è aggiudicato due tappe alla Tirreno-Adriatico e tre al Giro d’Italia; Filippo Ganna ha vinto la seconda cronometro della Corsa Rosa; Andrea Vendrame, sempre al Giro, si è imposto nella Mortegliano-Sappada.
Il vero problema, però, sono le classifiche generali dei tre Grandi Giri. Uniche corse a tappe di tre settimane, Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta España attraggono l’attenzione degli appassionati da maggio a settembre.
L’ultimo trionfo italiano in un Grande Giro è datato 2016.
Dopo il successo di Vincenzo Nibali nella novantanovesima edizione del Giro d’Italia, sono stati disputati 24 Grandi Giri e gli italiani sono saliti sul podio in appena quattro occasioni.
Nibali è arrivato terzo al Giro 2017, secondo alla Vuelta 2017 e secondo al Giro 2019; Damiano Caruso si è piazzato secondo dietro a Egan Bernal nel Giro d’Italia 2021.
In effetti, la crisi più preoccupante riguarda il Giro d’Italia.
Dal 1997 al 2007 la Corsa Rosa fu monopolizzata dai ciclisti italiani, che andarono a segno con Gotti (2 volte), Pantani, Garzelli, Simoni (due volte), Savoldelli (due volte), Cunego, Basso e Di Luca.
Nelle successive 17 edizioni sono arrivate solo quattro vittorie: Ivan Basso nel 2010, il compianto Michele Scarponi nel 2011 e poi Vincenzo Nibali nel 2013 e nel 2016.
Riuscirà la Vuelta di Spagna a ridare lustro al nostro ciclismo?
Sulla carta le chance azzurre di podio sono legate ad Antonio Tiberi: quinto all’ultimo Giro d’Italia, il ciclista ciociaro è il capitano della Bahrain Victorious.
Sperare non costa nulla.